Rassegna cinematografica ANIMAMNTE 2023
“Madri o non madri, donne sempre”
Il tema della maternità interessa la nostra rassegna per la seconda volta e non a caso.
È sull’essere madri che ruota da sempre il “destino” delle donne ed è proprio per questo che ne vogliamo riparlare. Vogliamo dare risposte al perché ci siamo rinchiuse nel ruolo primario della madre e la risposta non può essere semplice in quanto il concetto di maternità andrebbe considerato almeno sotto due aspetti.
La maternità è strettamente legata alla figura femminile perché il mettere al mondo un figlio è sola e unica
esperienza del corpo delle donne su cui solo le donne possono interrogarsi ed esprimersi. Questo corpo che accoglie il seme maschile, porta a compimento lo sviluppo del feto e genera la vita ha un potere ineguagliabile che da sempre il mondo maschile ha osservato e invidiato, anche temuto e represso costringendo la donna dentro una “prigione culturale” che gli ha permesso di confermare, sostenere e facilitare la sua sola supremazia.
Lo psicoterapeuta e scrittore Massimo Recalcati va più a fondo, entra nel vivo della questione ed afferma che la
funzione della madre non è essere genitrice del figlio, ma trasmettere il senso della vita attraverso le sue cure. È comprensibile, dunque, che la donna nutra il desiderio della maternità in quanto esperienza fisica e psichica unica , ma è dopo il parto che tutto ciò che avviene “crea” la madre: l’accoglienza, l’attenzione, la cura, la responsabilità. Si potrebbe dire che chiunque si prenda cura di un bambino agisce da madre, perché è attraverso l’attenzione e la cura che trasmettiamo al figlio il suo essere unico e insostituibile.
Luisa Muraro , filosofa, pedagogista e femminista dice: nel libro “L’ordine simbolico della madre”, ho sostenuto che dalla madre, dalla donna che ci è madre, grazie alla relazione materna, noi riceviamo insieme la vita e la parola e voglio ribadire che non si possono separare le cure materne dall’apprendimento della parola, della comunicazione. La comunicazione con la madre o chi per essa è indispensabile per vivere e per imparare a parlare.
Dice ancora Massimo Recalcati: «Si può essere madri in due forme: la madre del seno, quella che nutre e soddisfa i bisogni primari del figlio e che tende a tenerlo legato a sé e la madre del segno che invece offre al bambino il sentimento della sua unicità e lo aiuta a separarsi da se stessa.
La separazione dal figlio avviene se la madre riesce a mantenersi donna cioè quando ha pensieri, desideri, progetti che oltrepassano il figlio (i rapporti amicali, il lavoro, gli interessi extrafamiliari, la politica) e l’essere madre non esaurisce mai l’essere donna.»
A proposito di maternità la scrittrice Lidia Ravera, racconta: «Sono stata una madre indaffarata ed entusiasta.
Ho sempre fatto tre lavori, ma ho sempre trovato il tempo per i figli. Perché mi dava gioia, non era un sacrificio. Penso che crescere e formare esseri umani sia una straordinaria avventura creativa. Un’emozione della mente e una scoperta del sentimento.»
Abbiamo faticato nella scelta dei film perchè molteplici erano gli aspetti su cui riflettere a partire dalle situazioni
familiari, culturali e ambientali. Troveremo figure di donne e madri contrastanti, immerse in realtà altrettanto contrastanti. Donne giovani con interessi e progetti di vita, donne mature e realizzate ma condizionate dai sensi di colpa, donne rassegnate per la durezza della vita che conducono e donne – madri autentiche per la capacità di donare attenzioni, presenza e cura a chi ne è privo.