Lo spettacolo nasce nell’estate 2010 a seguito dell’invito del gruppo femminile “Voci di donne” di Fiumicello ad essere presenti alla Festa-incontro organizzata da forze democratiche del paese, sul tema della guerra, del lavoro e dei diritti civili. Sono argomenti di discussione sempre attuali che ci hanno coinvolte per portarci a riflettere soprattutto di fronte al rapido evolversi degli eventi in campo internazionale e nazionale.
Il nostro è stato un contributo al lavoro di tante donne e uomini che, in Italia e nel mondo credono nell’obbligo morale di denunciare la brutalità della guerra, di lottare per il diritto al lavoro ed, in primis, per il diritto alla dignità personale e al rispetto della persona. Ma soprattutto la nostra voleva essere una denuncia dei “fili spinati” che da sempre rinchiudono le donne dentro recinti culturali, obbligandole a tenere modelli di comportamento funzionali alla cultura dominante. La violenza fisica, psicologica, economica è uno di questi recinti come la discriminazione sul lavoro, il costringere a scegliere tra figli e lavoro, la carenza di supporti all’accudimento dei familiari, l’importanza attribuita solo all’aspetto fisico, all’immagine e non alla competenza, al sapere, alla capacità di relazione, alla sensibilità.