Rassegna stampa: Gorizia, 3 aprile 2009
“ANIMAMENTE”
E’ una rassegna cinematografica organizzata da S.O.S. ROSA ODV, in collaborazione con il Kinemax Gorizia, con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia (Servizio Istruzione, Cultura, Sport e Pace), con il patrocinio della Provincia e del Comune di Gorizia.
DOVE E QUANDO
A partire da lunedì 6 aprile fino al 18 maggio 2009, alle 17, nella sala 2 del Kinemax Gorizia in piazza Vittoria.
Saranno sei i film in programma, con questa programmazione.
- 6 aprile: THE HOURS.
- 20 aprile: RACCONTI DI STOCCOLMA.
- 27 aprile: IL SEGRETO DI VERA DRAKE.
- 4 maggio: UN GIORNO PERFETTO.
- 11 maggio: ROSENSTRASSE.
- 18 maggio: IL SEMDE DELLA DISCORDIA.
L’ingresso è gratuito.
Riflessioni:
“Vite di donne” è il tema che raccoglie i film in visione quest’anno.
Alcuni riguardano la violenza di genere, altri la durezza e violenza della vita stessa. Le donne dei nostri film sono quelle che possiamo incontrare ogni giorno, che ci passano accanto per la strada, che abbiamo già conosciuto o conosceremo perchè le prove della vita molto spesso ci accomunano.
Si tratta di film che raccontano l’amicizia delle donne, la fatica di vivere, la lotta per sopravvivere, le vie di fuga disperatamente trovate, la comprensione e solidarietà, la forza e determinazione di cui tante donne sono state e sono capaci.
Ci piace pensare che questi film possano parlare a tutte, possano farci fermare per pensare a noi, farci trovare il tempo per parlare di noi, di quello che viviamo e di come lo viviamo (gioie, dolori, sconfitte e speranze) insomma delle nostre vite.
Anche quest’anno, si terrà a Gorizia, la terza edizione della rassegna “Animamente”.
Anche quest’anno si terrà a Gorizia la rassegna cinematografica dal titolo: “Animamente, vite di donne” organizzata da S.O.S. ROSA ODV, un’associazione che si occupa delle donne che vivono situazioni di violenza e maltrattamenti e che opera sul territorio dal 2002, con l’obiettivo concreto di far emergere il problema della violenza alle donne, fornire aiuti specifici, ma anche di promuovere nel contesto socio-culturale nuove forme di riflessione e di analisi sul problema della violenza, in quanto comprendere significa poter prendere coscienza della propria situazione e trovare delle risorse, dentro e fuori da se stessi, per costruire nuove risposte attraverso nuove forme di vita.
Ma le risposte richiedono del tempo e uno sforzo di immaginazione e di pensiero per essere formulate e per questo abbiamo pensato al cinema, ai film che narrano storie in cui le donne possono incontrare se stesse. Ci sono state sempre luci e ombre nell’educazione femminile: il sapersi prender cura degli altri, in primis del marito e dei figli, l’attenzione ai rapporti affettivi, l’arte della mediazione sono abilità che vengono trasmesse alle donne fin da bambine e che andranno a costituire una parte significativa della loro identità, ma queste stesse caratteristiche
possono nascondere un’altra faccia, quella in ombra, e che tradizionalmente viene identificata come il “lato debole” della donna: il suo bisogno di protezione, il senso di colpa per la rivalità con gli uomini e per la propria autonomia che le portano, paradossalmente, a pensare che la sopportazione serve a proteggere la famiglia, che devono rinunciare ad esprimere la propria aggressività, considerata solo come una parte negativa di se stesse che devono censurare e reprimere, come se
le donne non potessero scegliere come e cosa diventare, ma fossero culturalmente indirizzate verso la non aggressività, l’abitudine subire, la scarsa capacità a prendersi cura di se stesse.
Pensiamo, anche attraverso i film e la possibilità di dialogare insieme su queste esperienze che ci accomunano, di offrire alle donne la possibilità di riappropriarsi del tempo e dello spazio necessari per prendere coscienza del proprio valore e delle proprie esigenze, di poter dire di no senza sentirsi in colpa, di posticipare i bisogni di mariti e figli per far spazio ai propri, di diventare capaci di riconoscere i propri desideri, questa è quell’aggressività “sana”, quella “grinta” che consente di prendersi in mano la propria vita, mentre la violenza attacca la creatività e la libertà della donna e oggi, purtroppo, esistono varie forme di violenza: fisica, psicologica, manifesta, o più sotterranea:
dalle umiliazioni, al ricatto economico, all’abuso sessuale fino alle percosse e all’omicidio.
La rassegna intende riflettere su queste tematiche per recuperare quell’eredità sociale positiva del femminile, trasmessa dalla storia, in modo che diventi effettivo “patrimonio ereditario” delle donne, che possano pensare alle loro vite come a uno spazio vivo nel quale mettere i loro bisogni, speranze, illusioni e progetti che, a loro volta, hanno bisogno di cure, attenzione e della creatività degli affetti, ma non della violenza.